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Hideto Yoshida

Le INTERVISTE di PIPAM

Massimiliano (Mamo) Perletti pone le sue domande a:

Hideto Yoshida

Sono le sei di mattina di Domenica 19 Ottobre (ndr: 2014) e sono in macchina con Hideto Yoshida, Presidente del Tokyo Fly Fishing & Country Club (http://tokyoflyfishing.com ) diretti all’Ura Tanzawa, riserva di pesca nel distretto di Sagamihara Kanagawa, a un’ora e mezza dal centro di Tokyo. Mentre Hideto guida, incomincio a intervistarlo….

M:  Hideto, quando ti ho chiesto dove avremmo pescato, mi hai risposto l’Ura Tanzawa. Puoi dirmi qualcosa di questa riserva e dei pesci che possiamo trovare?

HI:  L’Ura Tanzawa è una bellissima riserva sul torrente Kanno, affluente del fiume Sagami. E’ alimentato dalle acque fresche e cristalline delle molte sorgenti che sgorgano dalle montagne circostanti. Ospita land-locked cherry salmons e trote iridee.

M: Molto bene, ho grandi aspettative. Cambiando discorso, raccontami qualcosa di te.

HI:  Ho iniziato a pescare quando avevo quattro anni, seguendo la tradizione di famiglia, trasmessa di generazione in generazione. Il mio primo pesce è stata una carpa di quasi tre chili pescata in uno stagno con un bastoncino di legno. Mi ricordo ancora l’incredulità degli adulti presenti! Vista la mia passione per la pesca, i miei genitori, come regalo di Natale, in quinta elementare mi hanno regalato una scatola di wet flies e una di cucchiaini. Ho catturato la mia prima trota con uno spider legato dietro a un cucchiaino con un’attrezzatura da spinning. Ho incominciato a pescare con la tenkara già in prima media. Mio padre e un suo anziano amico, guida di pesca di professione, sono stati i miei primi due maestri. Per molte uscite non ho preso niente, ma ho imparato a leggere il fiume e osservare il comportamento dei cherry salmons. Ho iniziato a pescare quando avevo quattro anni, seguendo la tradizione di famiglia, trasmessa di generazione in generazione. Il mio primo pesce è stata una carpa di quasi tre chili pescata in uno stagno con un bastoncino di legno. Mi ricordo ancora l’incredulità degli adulti presenti! Vista la mia passione per la pesca, i miei genitori, come regalo di Natale, in quinta elementare mi hanno regalato una scatola di wet flies e una di cucchiaini. Ho catturato la mia prima trota con uno spider legato dietro a un cucchiaino con un’attrezzatura da spinning. Ho incominciato a pescare con la tenkara già in prima media. Mio padre e un suo anziano amico, guida di pesca di professione, sono stati i miei primi due maestri. Per molte uscite non ho preso niente, ma ho imparato a leggere il fiume e osservare il comportamento dei cherry salmons.

M:  Che mi dici del Club che hai fondato e di cui sei Presidente?

HI:  Il Tokyo Fly Fishing & Country Club è stato fondato nel 2006 per fornire informazioni in lingua inglese a pescatori stranieri che vivono o visitano Tokyo, consentendo loro di ottenere tutte le informazioni necessarie su dove e come pescare. Poi l’iniziativa ha preso piede e abbiamo incominciato a estendere l’attività, fornendo ai soci anche ospitalità, organizzando eventi, serate a tema, viaggi di pesca, etc. Oggi abbiamo "amici" con i quali andiamo a pescare occasionalmente, e "soci" che mettono a disposizione del Club tempo, passione e competenza.

M:  La Tenkara è una tecnica che si è sviluppata parecchio in Italia negli ultimi anni. Puoi descrivercela brevemente?

HI:  La Tenkara è una tecnica inventata da “mountain folks” , cioè da gente che abita le montagne al fine di procacciarsi il cibo. E’ stato infatti proprio una anziana guida di montagna che mi ha insegnato a pescare con questa tecnica, della quale ho sin da subito apprezzato l’efficacia e la semplicità. La Tenkara moderna rappresenta, tra l’altro, un’ottima base per passare poi alla pesca a mosca.

M:  Ho capito che il fiume che ci accingiamo a pescare oggi è ricco di cherry salmons.
Puoi descrivermi questo pesce, le sue abitudini e la tecnica per insidiarlo?


HI:  I Cherry salmons sono salmonidi che bene si sono adattati alle caratteristiche delle acque giapponesi. Si trovano nella maggior parte dei corsi d’acqua nipponici caratterizzati da acque fredde, sotto i 20 ° e ben ossigenate. Si muovono in branchi e allo stesso tempo sono pesci particolarmente territoriali. Questa loro caratteristica li distingue dalla trota iridea, che ignora gli altri pesci durante l'alimentazione o la fario e il salmerino, che di solito si nutrono attaccando repentinamente le loro vittime. La tecnica per la loro cattura consiste nel scegliere una zona da pescare e far cadere la mosca ben al di sopra dello spot. La mosca dovrà quindi essere fatta derivare un tempo sufficiente per consentire al salmone di attaccarla, una volta in corrispondenza del proprio territorio. Svolte correttamente tutte queste fasi, sarà facile scoprire l'aggressività di questo pesce.

M:  E quali mosche suggerisci? Te le costruisci personalmente?

HI:  Di solito, quando pesco nei torrenti in montagna, mi porto dietro tre o quattro modelli di mosche. Pesco con delle Thorax Dun in CDC, su amo del 12, o ninfette in orecchio di lepre sul 14. Sono modelli molto semplici, ma ho aggiunto dei piccoli accorgimenti per insidiare con successo anche i cherry salmons più selettivi. Pertanto mi capita molto spesso di costruire le mie mosche adattandole alle specifiche esigenze di pesca.

M:  Hideto, oltre alla Tenkara, che altre tecniche ci sono in Giappone per prendere pesci con la mosca?

HI:  Ci sono altre due scuole di flyfishing in Giappone. La prima si chiama Dobu, che utilizza una lunga canna con una mezza dozzina di ninfette sui braccioli per catturare piccoli pesci di fiume, come gli Ayu. Questa pesca era molto popolare nel medioevo e gli artigiani che sapevano costruire quelle canne, soprattutto nella zona di Kyoto, erano molto ricercati dai ricchi mercanti e dagli spadaccini. La pesca a mosca come la intendiamo noi adesso è stata introdotta da uno dei padri fondatori del Giappone moderno, Thomas Blake Glover (tra i fondatori della Mitsubishi e della Kirin Beer Brewry) che ha pescato nei corsi d’acqua dell’altopiano di Nikko nel 19 ° secolo.

M:  Dammi qualche suggerimento sui posti migliori per la mosca in Giappone.

HI:  Come fondatore e presidente del Fly Fishing Club di Tokyo, non posso che dirti “Tokyo!!”. Tokyo si compone di tre distretti. Il Tama ha torrenti d’alta montagna dove si possono pescare cherry salmons e white-spotted chars. Il Metropolitan presenta invece fiumi da pesce bianco, come carpe ad esempio. Da ultimo c’è la baia di Tokyo, dove si possono insidiare le spigole. Se invece ti avventuri sulle Islands, puoi insidiare ogni sorta di pesce pelagico e tonni. Lo sai che in Giappone ci sono pure i bonefish? Si trovano in abbondanza nell’arcipelago delle isole Ogasawara.

M:  Stiamo per arrivare nella riserva di Ura Tanzawa e non vedo l’ora di incominciare a pescare. Giusto per terminare l’intervista….che cos’è per te la pesca a mosca?

HI:  Per me pescare a mosca è come entrare in un museo ricco di affascinanti oggetti ciascuno dei quali rappresenta un pezzo di storia; è come essere un boyscout che ha necessità di imparare continuamente a muoversi nella natura per migliorarsi; è come andare in chiesa di Domenica (quando non vado a pescare, logicamente…- ) e capire quanto sono piccolo rispetto alla grandezza e maestosità del mondo che mi circonda.

M:  Grazie davvero tanto Hideto. Siamo finalmente arrivati sul greto del fiume e ora non mi resta che mettere in pratica i tuoi preziosi suggerimenti.


M:  Per la cronaca, alla fine della giornata, due cherry salmons e una decina di trote. Tutte di taglia medio piccola, ma combattive e soprattutto pescate in un ambiente suggestivo e selvaggio in compagnia di una persona straordinaria.


Massimiliano (Mamo) Perletti
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