Geir Kjensmo
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Le INTERVISTE di PIPAM
di Valerio BALBOA Santagostino
GEIR KJENSMO
Geir Kjensmo è un simpatico ingegnere elettronico di quarantacinque anni, sposato con due figli, di sette e cinque anni.
Lavora presso una multinazionale tedesca, la Beckhoff, come controller di sistemi d’allarme e vive a Elverum, cittadina norvegese a circa 150 kilometri da Oslo. E’ segretario della “Grayling Society”, società di origine inglese con 600 iscritti e presente in moltissimi paesi. Scrive su Flugfiske, giornale di settore nella pesca a mosca distribuito in Norvegia, Danimarca e Svezia. E’ responsabile EFFA ( European Fly Fishing Association) della conservazione dei fiumi, ma soprattutto è il fondatore e coordinatore della famosa NSA, Norwegian Salmon Association, (www.norwegian-salmon.com) V: Caro Geir, mi fa piacere che tu sia venuto in Italia. Parlami un po’ della tua associazione.
G: Fa piacere soprattutto a me perchè comincio ad apprezzare i 16° della riviera ligure piuttosto dei - 25° del mio paese . Nel 1998 ho fondato la NSA, con lo scopo di studiare e salvaguardare il salmone atlantico selvaggio. In un secondo tempo, anche quello di controllare le farms, numerosissime nel mio paese, e di riformulare le leggi riguardanti la pesca del salmone. Facemmo un piano molto articolato su questo pesce, e lo portammo in parlamento. Ma purtroppo i proprietari delle farms ce lo boicottarono. V: Che tipo di progetto era?
G: Il progetto prevedeva di rimuovere le farms dai fiordi, e di collocarle in mare aperto. Voglio ricordare che ogni gabbia di allevamento può contenere anche 10.000 salmoni dai 4 ai 5 kili. E alcuni fiordi arrivano ad averne anche tre al loro interno. I principali fiumi da salmoni, come il Gaula, l’Orkla, lo Stjordal, il Verdal, sfociano tutti nei fiordi. Il Trondheim fiord e il Sognfiord ad esempio, hanno tantissime gabbie da allevamento nelle loro acque. V: Ma in che modo le farms danneggiano il salmone?
G: Vicino alle gabbie sostano milioni di pulci di mare, che si attaccano ai giovani salmoni uccidendoli. Inoltre prolificano malattie e batteri. Ma il pericolo maggiore viene dall’ibridazione con i wild. Appena i salmoni allevati scappano dalle reti di contenimento si incrociano con i salmoni selvaggi e uno studio irlandese, che per primo diede l’allarme, ha dimostrato che gli ibridi non riescono più a trovare la strada di casa per riprodursi. V: Molto interessante Geir, ma come fanno i pescatori a mosca a supportare il piano.
G: Innanzitutto ci siamo rivolti a tutti i pescatori, di ogni tecnica intendo, per unirci in associazioni e club e avere un peso maggiore verso le autorità. Nel mio paese, la Norvegia, ci sono dei piccoli paesi ai quali l’indotto della pesca al salmone porta ogni anno centinaia di migliaia di euro. Ci vivono con la pesca e il mondo che gira intorno ai pescatori rappresenta la voce maggiore del loro bilancio. V: Avete anche qualcun altro che vi appoggia nel vostro progetto?
G: Si perbacco. Orri Vigfiusson, della NAS found sta cercando di far togliere le reti all’imboccatura del fiordo di Trondheim. Orri, che è anche un caro amico, ci aiuta con una quota di denaro. V: Avete appoggi anche dall’estero?
G: Pensa, è incredibile, ma paesi come il Belgio e la Svezia ci sostengono molto. Riceviamo anche aiuti da tantissimi stranieri. V: Nemo profeta in patria.
G: Scusa? V: Niente niente ( piccola rivincita del latino sulla matematica pura)
V: E noi pescatori come facciamo ad aiutarvi?
G: Guarda, praticando un pochino di più il C&R. Sul Namsen e sul Gaula si stanno gia sensibilizzando i pescatori a questo proposito. Un’altra cosa che si può fare è limitare la quota. Da parte delle autorità governative invece, la cosa più semplice è il conteggio dei pesci durante la risalita e l’allevamento di uova in vasche costruite a fianco dei fiumi stessi. Ma su questi due ultimi argomenti, devo ammettere, siamo a buon punto. V: Qual è l’avvenire del salmone atlantico secondo te?
G: Non vorrei essere pessimista ma forse si rischia che in futuro siano presenti solamente salmoni incrociati. L’allevamento di questo pesce rappresenta per la Norvegia la seconda industria del paese. Abbiamo esportato la tecnologia in America e in Cile. Pensa che per ogni kilo di salmone allevato ci vogliono quattro kili di krills. Stiamo cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento. Gli diciamo di mangiare più gamberetti, invece di darli in pasto ai salmoni. V: . Quando hai iniziato a pescare?
G: A 5 anni con canna e verme, a otto a spinning e a dieci a mosca. A dodici sono diventato un fanatico della mosca. Da principio, con mio padre, facevo buchi nei laghi ghiacciati stando al riparo nelle cabin. Pescavamo persici e trote facendo ballare la lenza su e giu. Negli anni 70 sono stato influenzato dagli scritti e dagli articoli di due famosi svedesi Lennart Bergquist e Kenneth Bostrom e dal danese Preben Torp Jacobsen. Ricordati che questi paesi sono molto vicini al mio. V: Qual' è la pesca che preferisci?
G: Il salmone con esche di superficie, che faccio pattinare sull’acqua, specialmente in estate sull’Orkla e in autunno, il temolo. V: Hai mai pescato in Italia? E se no, cosa vorresti pescare?
G: Non sono mai venuto a pescare nel tuo paese ma se venissi, vorrei tentare trote e temoli. V: Che paese ricordi con maggior piacere?
G: La Nuova Zelanda senza alcun dubbio. Dall’86, ci sono andato otto volte. Sto là anche 5 settimane, dal 15 gennaio in poi. Trote enormi e bellissime, non facili però. Dopo tanto tempo andiamo ormai senza guida. A volte affittiamo l’elicottero. Ho anche la fortuna ( inizialmente tradotto con : c…) di avere un fraterno amico che ha sposato una nuovazelandese e vive là. V: Il pesce che ti ha lasciato il segno?
G: Una fario sul fiume Karamea in Nuova Zelanda. Mi ero calato in una gola, non la vedevo e il mio amico mi dava indicazioni dall’alto, sul lancio da fare. Ho usato una grossa cavalletta di colore verde-menta. Cinque kili di pesce!! Uahuu che emozione!! V: Il pesce che vorresti prendere?
G: Il Tarpon, sicuramente per la lotta e i salti che fa fuori dall’acqua. Ti confesso che non sono mai stato in acqua salata, quindi sono attirato anche dai bonefish, dai permit, etc.. Ho sempre pescato in fresh water, ce l’ho vicina e non spreco troppo tempo per andarci. V: Cosa pensi del lancio?
G: Il lancio è una componente importante della pesca a mosca ma in Norvegia si pesca soprattutto, perché l’acqua è ovunque ed è facile arrivarci. V: USA o EU ?
G: Guarda, un tempo la Scandinavia guardava molto di più al mercato e alle innovazioni provenienti dall’America. Adesso invece sono venuti a pescare nei nostri paesi un sacco di europei ( Tedeschi, Francesi, Italiani), portando tecniche nuove molto interessanti. Inoltre ci sono anche molte fiere del settore. V: Secondo te che differenza c’è tra un pescatore americano e uno europeo?
G: I pescatori europei sono molto più calmi e riflessivi, gli americani sul fiume urlano e parlano a voce alta V: Si vede che non hai mai incontrato un raduno di Pipam sul fiume !!
Grazie Geir, e buon ritorno, ci vediamo in Norvegia. G: Grazie a te, ti aspetto. Valerio Santagostino (BALBOA)
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