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Marc Petitjean

Le INTERVISTE di PIPAM
di Valerio Santagostino (Balboa)

MARC PETITJEAN



L’occasione di intervistare Marc è arrivata in Bosnia, durante il meeting europeo dell’EFFA, dove, stando qualche giorno con lui, ne ho approfittato. Marc è un signore di 53 anni, ma dall’aria talmente giovanile che assomiglia a un ragazzino.
Laureato in agraria, nasce in Francia, ma all’età di 23 anni si trasferisce definitivamente in Svizzera. Passa i suoi primi anni lavorativi in aziende di illuminazione e packaging. Fino a che l’illuminazione non è venuta a lui stesso.
Nel 1990 infatti, dopo già qualche tempo che lavorava il materiale che l’avrebbe reso famoso, ha iniziato la sua attività. Sposato, due figli, un maschio e una femmina ormai grandicelli, vive e lavora in una grande casa-laboratorio a Friburgo.



V: Allora Marc, iniziamo subito con la domanda che mi preme di più e forse anche più scontata... Il C.D.C. ?

M:  Il C.D.C. è un materiale eccezionale. Nessuno lo conosceva bene. In Svizzera lo usavano fin dal 1920. Maximilian Joset e Charles Bickel, per l’esattezza. Io ho cominciato a usarlo da ragazzo. Poi, in un vecchio negozio di pesca ho trovato delle mosche originali di quella epoca in C.D.C. Erano molto semplici, un montaggio veramente essenziale. Ho notato che le prime imitazioni, le cosiddette Mouche di Vallorbe e le Mustique du Jura, le une non prevedevano la coda mentre le seconde erano TAIL. Nell’82, Marian Fratnik usava per primo una piuma intera, mentre nell’84, Gerard Laible costruiva con solo barbule in C.D.C. Nell’86, un mio amico Bruno De Weck, grandissimo pescatore a mosca ma dalla vista zoppicante, mi chiese delle imitazioni che si potessero vedere facilmente sull’acqua. Ho cominciato cosi ad arrotolare la piuma intera sull’amo, e ho scoperto che questo dressing rendeva l’amo galleggiante e come conseguenza, l’imitazione estremamente visibile. Ho praticamente inventato il Body in C.D.C.

V:  La mosca che ti ha dato più soddisfazione?

M:  La MP 81, una spent. La usano dappertutto ed è molto catturante. Vedi Valerio, ha il suo perché. A tutti è capitato di pescare in un fiume dall’apparenza morto. Ma potrebbe non essere cosi. Ci potrebbe essere stata il giorno prima, ad esempio, una schiusa importante. Un giorno di tempo per sfarfallare, riprodursi e morire. E a questo punto entra in gioco la mia MP 81. Molti insetti infatti hanno la vita media di un giorno soltanto.

V:  Come ti vengono le idee per nuovi prodotti?

M:  Ho il dono, forse naturale, di mettere in pratica le mie idee e di trovare la soluzione ai problemi. Un occhio al mercato però, ce lo butto sempre. Cerco di capire cosa manca. Ti faccio un paio di esempi. Vedevo i pescatori lanciare con le braccia aperte perché le tasche del gilet erano gonfie a dismisura. Da li è nato il VEST. Ho costruito 25.000 mosche all’anno per 10 anni consecutivi. Tu credi davvero che se il morsetto non andava bene avrei potuto costruire una quantità cosi immensa di mosche? L’ho adattato alle mie esigenze e a quelle di chi costruisce. Ma non ho mai copiato nulla e tutti i miei prodotti sono brevettati.

V:  Cribbio Marc, 250.000 mosche sono tante davvero !!!!

V:  Come hai iniziato a pescare?

M:  Sono stato fortunato. Sia il nonno paterno che quello materno erano pescatori a mosca. Ho iniziato con loro prestissimo, a 4-5 anni, ma a spinning, forse come tanti. A otto anni mi sono dedicato interamente alla mosca. In Francia, per l’esattezza, a Chatillon-sur-Seine, dove abitavo.

V:  Cosa preferisci: la secca, la ninfa o lo streamer?

M:  Per me è la stessa cosa. Sono le condizioni che cambiano. Sono un pescatore a mosca e amo pescare con qualsiasi cosa che possa catturare un pesce. Rispettando le regole ovviamente. Non sono un fanatico del numero o della misura, anche perché un giorno capiterà il big fish. Passare una bella giornata sul fiume è già una bella soddisfazione e mi basta.

V:  Il pesce che preferisci insidiare?

M:  Ho iniziato una decina di anni fa a pescare in acqua salata e ho capito di avere tante cose e tanti pesci da scoprire e catturare. Nella salt water c’è una quantità di prede che non ho mai catturato. E’ un qualcosa che deve crescere, una marea di esperienze nuove.

V:  E quello o quelli che ricordi con più soddisfazione?

M:  Una marmorata presa in Soca con uno streamer nero, di 90 centimetri.
Un permit, a Cuba, a Cayo Largo e un siluro, di 50 kili sull’Ebro, in Spagna.
Ma quelli che ricordo maggiormente sono tutti quelli che ho perso

V:  Te la rubo questa ultima frase !

V:  Un sogno nel cassetto?

M:  Un Tarpon di almeno 60 kili, un Taimen in Mongolia, perché non ci sono mai stato e già che ci sono aggiungo un’altra meta che mi manca, la Terra del Fuoco.

V:  Che stagione preferisci?

M:  A Natale, sotto il camino, anziché gli stivali metto i wader

E chiedo a Gesù Bambino che mi porti un anno cosi diviso : 3 mesi di Maggio, 3 mesi di Giugno e 3 mesi di Settembre. Un Marzo, un Aprile e un Ottobre. E chiedo anche di darmi più tempo per pescare. Il tempo per la pesca non è mai abbastanza, lavoro come un pazzo. Mi sento quasi in colpa quando ci vado. Ma sono fortunato, ho una grande casa e ci lavoro e quindi sono sempre in contatto con la mia famiglia.

V:  La mia solita domanda “spinosa”. Che cosa pensi del No-Kill?

M:  Nella vita non è mai solamente tutto bianco o tutto nero. E se è nero, potrebbe esserci il grigio chiaro, il medio e lo scuro. Non sono per il No-kill totale perché i pesci si abituano e togli a loro il piacere di essere naturali. Una cosa importante, che spero chi legge, capisca. Io uccido un pesce se alla sera posso mangiarlo fresco con gli amici. Non ne ho mai messo uno in frigorifero. Cosi facendo, lo rispetto. Ti racconto una cosa di moltissimi anni fa. Ero bambino e il primo temolo che ho pescato, l’ho portato a casa. Era di dimensioni ridicole, ma ero cosi felice !! Ovviamente in seguito, ripensandoci, ho capito che non l’avrei più fatto. Ma non togliete a un bambino la gioia di poter rimirare e mangiare la sua prima trota. Ne andrà fiero tutta la vita. Sarà un ricordo indelebile.

V:  E della pesca a mosca in Europa?

M:  Discorso lungo. Come ti ho gia detto non è il numero o la stazza che mi interessa.

V:  E te credo Marc, hai preso quasi tutto e dei gran bei pesci !!

M:  ( ride) Se mi chiedi di andare a pescare, mi fai felice. Se mi chiedi di andare a pescare lucci in Olanda, ancora di più. Se sui Pirenei devo scarpinare 4 ore per prendere una decina di trotelle autoctone, sono ancora più felice. Se vado a pescare le Cut Trouth, famose trote del Colorado, va benissimo, ma non mi piacerebbe assolutamente pescarle sul Ribnik, perché non è il loro ambiente originario. Se riuscissi a pescare i pesci nel loro ambiente naturale, sarebbe perfetto. Ogni posto nuovo oltretutto mi riserva qualcosa di interessante. E’ questo un po’ il senso del discorso che ti ho fatto. E per concludere, spero che la pesca e quella a mosca in particolare, non venga disturbata da gente che vuole “over-protected” i pesci. Posso essere d’accordo con quelli che storcono il naso sul fatto che i moschisti feriscono i pesci per puro piacere, ma allora voglio anche che tutti gli altri animali vengano trattati alla stessa maniera. I pappagalli in gabbia ad esempio, tutti gli animali nei recinti, etc…

V:  Un pensiero per gli amici di Pipam?

M:  Spero che tutti peschino a mosca perché nella loro vita impareranno e scopriranno il rispetto per la natura.

V:  Grazie Marc, à bien tot !



Valerio BALBOA Santagostino

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