SCREEN

Layout

Cpanel

Fiumetto (Dungloe river, Co. Donegal)

Sapore d'Irlanda 
Irlanda  22/04/02 di Doriano Maglione



Questo piccolo fiume raccoglie le acque di diversi laghi nell’area di "The Rosses", si pesca la trota di mare in estate; è diviso in tre tratti: dal mare a Dungloe Lough, ci sono alcune buone pool, migliori possibilità con acqua alta per la piena in corrispondenza della marea entrante, meglio quando c’è vento.
Un secondo tratto fino al lago Craghty, stretto ma molto profondo, pescabile a valle del ponte. Un terzo tratto sopra il Lough Far con alcune pool, pescabile fino al ponte".
Fin qui Peter O'Reilly in Rivers of Ireland, indispensabile bibbia di ogni pam in Irlanda.
Però il Dungloe river per me e Adriana resta il "fiumetto".
Agosto ‘96:
Dungloe, su nel Donegal, parcheggiamo il vecchio Joker nel campeggio, un quadrato di terra, molto ordinato, con annesso ostello, e subito chiediamo al padrone dove si può pescare, "ma qui, a 50 metri!".
Il tempo di bardarci e siamo "qui", su un ponticello seminascosto dalla alta bordura; guardiamo giù: un incredibile minuscolo chalck stream scorre proprio sotto di noi (per me è subito "una Meretta": indelebile ricordo di un fantastico ambiente perduto per sempre in Valchiavenna): ma come accedere? Ci buttiamo letteralmente giù tra rovi di more e arbusti spinosi di ogni genere ed arriviamo: 2 metri di larghezza e trenta cm d'acqua, forse.
Non c'è che una soluzione, sommersa a scendere: quale? Ma non c'è dubbio, siamo in Ireland, una Wickam's Fancy !
Subito salgono alcune fario stupende dai 15 ai 30 cm, poi, è quasi buio, gran botta, adrenalina, presa! Ma cos'è? Si è una trota, ma cos'è?? Ho preso la famosa gillaroo?? Devo vederla alla luce, confrontarla coi disegni dei libri e riviste ammucchiati nel camper, la tengo (rimorso tardivo...), serata e colazione di dubbi e discussioni: alla fine concludiamo che è quella che qui chiamano irish trout, una fario autoctona che per alcuni aspetti richiama la trota di mare.
La mattina dopo piove, Adriana, sempre lei, si inoltra per un sentiero nell'erica e dopo un quarto d'ora torna trafelata: ne ho prese due! Due cosa? Ma, non so, sono argentee e velocissime come iridee... TROTE DI MARE!!! Appena salite nella notte!
Ma allora ecco cos'erano le sette mangiate sbagliate in una pool dove sono arrivato dopo aver imparato cos'è il bog. Salite fulminee sotto il pelo dell'acqua sulla sommersa pescata di traverso, come nel drifting sui laghi, a piccoli strips: di giorno fanno così, è difficilissimo non sbagliarle.
Ecco: questo è il "fiumetto", impariamo a risalirlo, si incontrano diverse pool, qui devono passare e sostare per forza sia le trote di mare che i salmoni diretti al lago.
Due volte Adriana rompe col 26 su due pesci furibondi che non riesce a vedere.
Una volta provo ad andare sulla sponda di fronte: due ore per tornare, senza pescare, percorrendo non più di 300m. Questo è il bog. Un terreno di torba completamente coperto di erica dai colori meravigliosi e di arbusti spinosi: insidiosissimo, i buchi sono invisibili e ti puoi trovare giù fino alle spalle; torno distrutto mentre una volpe beve leggera proprio di fronte a me, osservandomi stupita, senza paura.

Il Dungloe


Una sera proviamo il tratto a monte del lago, mi sento osservato, un irlandese sugli ottant'anni, in tweed con canna a due mani, enorme hardy e guadino da salmoni a tracolla, mi guarda sornione: "cosa ci fa qui questo marziano con quell'attrezzatura folle" (pensiero di entrambi): poi cominciamo a parlare e capisco che il vero marziano sono io: affascinato dall'erica, dai fiori, dai suoni di strumenti musicali sconosciuti che arrivano attraverso la brughiera dal campo di football dove c'è una partita, preso da questo paradiso, non mi sto rendendo conto che qui ci sono pesci seri, e se attacchi una trota di mare di due chili appena entrata con lo 016 e quelle stupide moschine..., anzi non la attacchi proprio...
E qui viene Charles Bonner, grande, mitico, pam locale, titolare dell'unico negozio di pesca, purtroppo malato: a qualsiasi domanda risponde tirando fuori le sue grandi scatole di legno piene di mosche. Chiedetegli e vi darà sempre: una Greenwell's Glory, una Daddy Longlegs e una Black Pennel, che taglia? Pensate alla mosca più inverosimilmente grande che riuscite ad immaginare... perché se vuoi il salmone o la seatrout grossa è così che devi fare, e più vento c'è meglio è.
Un paio di volte usciamo in barca sul lago, senza successo, ci spacchiamo la schiena per tornare controvento anche per un portascalmo che sta cedendo e teniamo insieme con un pezzo di corda, ma ne vale la pena, una pausa picnic su un isolotto totalmente ricoperto d'erica è impagabile.
Poi ci sono le centinaia di cefali che con la marea si ammassano allo sbocco del fiume: ci ho passato ore di tentativi con tutte le tecniche che conosco per il cefalo a mosca ma, forse, ho sbagliato solo alcune ferrate: non fatevi prendere, è difficile staccarsi da una risalita così, pesci sui 2-3 chili a galla, lasciate perdere e, soprattutto se piove, andate su per il fiume.
Lo sbocco in mare come il solito è l’inferno dopo il paradiso, ovunque le maree a forte escursione portano su e giù un po’ di tutto, immaginatevi, in piccolo, la magistrale descrizione dello Shannon a Limerick fatta da Frank McCourt in "Le ceneri di Angela". Anche qui l’uomo ci mette del suo...
Però il fiumetto è appena sopra, se poi ci sono i famosi terribili moscerini del bog, che si annidano sotto la visiera del cappello o sotto i risvolti della camicia, e vi pungono senza che ve ne accorgiate (salvo poi dopo...) non fa niente: l’importante è avere un cappello con rete, toglie un po’ di visuale ma vi salva dalla fuga.
Il boom economico, tipo miracolo anni ’60 da noi, in corso in Irlanda forse si mangerà qualche pezzetto; loro, gli irlandesi, pensano che non ha senso ristrutturare una casa, la si abbandona e se ne costruisce una nuova; così sorgono costruzioni un po’ ovunque, spesso interi villaggi ad anello, concentrico rispetto al nucleo originale coloratissimo, ma qualche volta anche in mezzo alla brughiera.
E così qualche goccia di amaro in bocca la puoi provare anche qui, però basta andare un po’ più in su seguendo il fiume, con la canna che più amate, la reticella per i moscerini, i waders, affondando nella torba, sperando che piova, ogni ferrata sarà una scarica di adrenalina: una fariolina da 15 cm, una trota di mare, forse lui, il salmone, o la mitica gillaroo che, dicono alcuni, qui non c’è mai stata, ma sarà poi proprio vero...?


Doriano Maglione

Donegal: Ago 1996-Ago 2000


© PIPAM.com
Sei qui: Home Fly Magazine Racconti Fiumetto (Dungloe river, Co. Donegal)