SCREEN

Layout

Cpanel

L'impronta

Racconto
Italia  31/01/03 di Piero Ravotti (Piero49)

Non scegli, e sei già nato.
Non scegli, e quando ancora la mente non è assistita da una volontà consapevole, la tua impronta è già segnata.
Se in famiglia, in tempi remoti, ci fu chi visse di pesca, e se, nonni e zii furono pescatori per passione e se la culla fu un Borgo a precipizio sul fiume, allora l'impronta non poté che essere quella che segna la gente di fiume, questa: negli occhi le velocità dell'acqua, nelle orecchie i ritmi del suo scorrere, nel naso i profumi della preistoria, nella mente il piacere della libertà.
E allora, oggi, più che in ogni altro tempo, è importante ricordare il fare di quella gente anonima che a qualcuno, altrettanto anonimo, lasciò in patrimonio parte di quel Sapere che sta alle radici della Cultura dell'uomo.
Questo ricordo è Storia.
Una goccia di questa Storia è un mio ricordo.
Questo.
Arrivava al fiume su una bici nera, la schiena dritta, nonostante gli anni, corti stivali neri, la canna di bambù montata e attrezzata, stretta nella mano che comunque serrava con vigore la manopola del manubrio.
Era alto, magro, silenzioso.
Un fisico nervoso.
Non te ne accorgevi ed era già immobile, con la lenza in acqua, concentrato sull'astuta insidia che scivolava veloce sulle correnti.
Movimenti precisi, meticolosi.
Per me, bambino, il fiume, quelle correnti e quel pescatore erano una sola entità, una stupenda natura.
Ero un ragazzino che respirava aria di fiume dal mattino alla sera, che doveva assolutamente sempre pescare, ma quando c'era Monti, questo era il suo soprannome, si fermava e stava ore a guardarlo, come stregato dal mistero dei suoi silenzi, del suo fondersi con la natura, del suo modo di appartenere all'acqua.
Monti cercava di non essere visto e se si accorgeva di altre presenze si spostava.
Con me questo non successe mai.
Fu un maestro, uno strano maestro, mi insegnò a muovermi in riva al fiume, a guardare l'acqua, a rispettare la natura e le prede.
Fu una scuola di poche parole e di tanti gesti, antichi quanto la storia dell'uomo.
Gesti che ebbero la forza di accendere nella mente di un bambino il bisogno ed il piacere di partecipare ai misteri della natura.
Sono ormai trascorsi quasi cinquant'anni dall'ultimo incontro, eppure le rare volte che ritorno in quei luoghi della mia infanzia e rivedo quello che rimane del fiume di quei tempi, sento che Monti è lì, immortale, che pesca.


Piero Ravotti



© PIPAM.com