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L'istinto e la Valcasotto

Ricordi
Italia  20/05/03 di Piero Ravotti (Piero49)



Scrivo cercando nella memoria i ricordi.
Devo andare indietro negli anni, non so contare, e questo è già una bella fortuna.
La valle è la Valcasotto, scritta così, una sola parola, come una sola strada da Alba a Pamparato, tutta di corsa, senza fermarsi.
Qualche breve rettilineo e tante curve, e l'occhio quasi sempre a guardar l'acqua.
La partenza, un comodo inizio di giornata.
Sul torrente verso mezzogiorno, non per il posto in trattoria, ma per entrare nelle gole sperando che tutti gli altri fossero a mangiare.
A memoria tutte le pietre e tutte le correnti e tutte le trote da Pamparato a Valcasotto,l'altro paese.
Quanti giorni l'anno?
Sempre.
Quante ore a secca, solo a secca, sempre a secca?
Tutte le ore che ti fanno vedere, anche immaginando, la piuma che galleggia.
Quali mosche?
Sempre i soliti tipi, la classica effimera e la classica sedge, quelle che tutti incominciano a costruire tanto per imparare.
I colori?
Quelli giusti per i miei occhi.
Le dimensioni?
Quelle delle farfalle sull'acqua.
Quando?
Sempre.
Il torrente era ed è infrascato, spesso immerso nelle strette gole della valle, e le farfalle che non scaturiscono dalle larve in acqua, precipitano dai rami degli alberi e dalle pareti rocciose e cespugliose delle gole.
Il Casotto una palestra, carissima, se non sai lanciare e non sai costruirti artificiali.
Ma quando posi la mosca tra i rami, o sotto i rami e la posi leggera, e prima che la coda tocchi l'acqua, di sicuro, prima del posarsi della coda, l'animale ha già ghermito la piuma.
Il verbo è un po' al presente e un po' al passato, perché il tempo in questa dimensione non conta, ma di certo il verbo non sarà al futuro.
Per noi pescatori, una volta è sempre meglio dell'oggi: e questo non si sa se è una saggia lettura del presente o l'oblio del peggio del tempo andato; il tormentone "ma una volta, eh una volta…", non per niente è spesso l'inizio o la conclusione di molti nostri racconti.
Correnti, correntine, buche, lame, e sempre animali a caccia di insetti, e non sempre il tramonto era meglio del giorno. Ma quando il tramonto era quello descritto dai manuali, la tua mosca poteva cadere ovunque, e chiunque poteva essere pam.
Al buio si risaliva e, se eri solo, i piedi dovevano essere più coraggiosi del cervello, perché dovevi misurare qualche chilometro di strada.
Ma alla macchina arrivavi già pronto per il giorno dopo a posar piume e a dialogare con le tue trote.

Quanti anni fa?
E' una fortuna che non sappia contare.


Piero Ravotti


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