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LA VIE SELON GUS ORVISTON

David James DUNCAN

LA VIE SELON GUS ORVISTON

Albin Michel, Paris 1999
(tit. orig. The River Why, Sierra Club Books, San Francisco 1983).



A cura di Marco Baltieri

Se anche voi foste figli di un padre che è un’autorità indiscussa, un raffinato guru della pesca a mosca e di una madre che è una specie di cow boy capace di catturarvi gigantesche steelhead (peccato, non a mosca!) ma anche di salvarvi da un cane feroce con un preciso colpo di fucile, se addirittura foste stati concepiti in un canyon dopo una (ben poco) epica competizione (a spese sempre di una steelhead) tra papà moschista e mamma antimoschista, allora anche la vostra vita sarebbe irrimediabilemente segnata.
Partono così le avventure autobiografiche di Gus Orviston, come ce le racconta D.J. Duncan in un romanzo americano disponibile anche in traduzione francese.
È la storia di un “ragazzo prodigio” della pesca a mosca, cresciuto in modo un po’ schizofrenico in una famiglia in cui padre e madre coltivano il loro profondo amore-odio tra infinite diatribe sui metodi più “corretti” per prendere un pesce (il padre si guadagna da vivere scrivendo della nobile arte della mosca e insegnandola a una schiera di ricchi adepti).
La “bibbia” di famiglia è naturalmente Il perfetto pescatore di Izaak Walton e Charles Cotton, che viene chiosato e analizzato per rafforzare le posizioni contrapposte dei due genitori rivali.
Per non soccombere, il nostro Gus Orviston un giorno si ribella e si ritira in una capanna di tronchi lungo il Tamanawis, un fiume dell’Oregon in una valle semidisabitata. Il fiume decrive degli strani meandri a forma di punto interrogativo (il fiume dei perché, appunto), quasi ad invitare Gus ad una ricerca di sè finora impedita dalla schizofrenica famiglia.
Il racconto diventa un vero e proprio romanzo di formazione, segnato da una serie di personaggi indimenticabili: Thomas Bigeater, l’indiano che guarda scomparire le “sue” rapide cancellate da una diga; Bill Bob, il fratello minore di Gus, completamente alieno alla pesca ma straordinario inventore di profondissime mitologie personali; Titus, una frana come moschista ma grande filosofo che guida Gus nei meandri del pensiero orientale e occidentale; Eddy, la ragazza spiata a pescare in un modo incredibile, poi finalmente ritrovata dopo averla creduta perduta per sempre, e che insegnerà a Gus (in segno d’amore) a seguire nella notte un salmone in risalita.
Non vi raccontiamo altro (soprattutto il finale) per non togliere il piacere della scoperta a chi volesse leggere questo appassionante romanzo; possiamo soltanto anticipare che sarà una conclusione su cui meditare a lungo.

Marco Baltieri

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