Inquinamento (II parte)
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- Scritto da Matteo Fongaro (matteof)
14/09/09 - Sotto la lente
14/09/09 Testo e foto di Matteo Fongaro (matteof)
Riprendiamo il discorso da dove lo avevamo interrotto nell’articolo precedente, procedendo nel nostro viaggio all’interno delle principali sostanze inquinanti.
Nello scorso articolo mi sono dimenticato di mettere le avvertenze, cioè evitate di ingerire e/o bere eventuali sostanze che ho citato, ma nel dubbio anche eventuali prodotti alimentari, specie se salumi e vino!
Nel dubbio potrete farli transitare da me per un’opportuna verifica......scherzi a parte torniamo seri per parlare di questo nuovo argomento.
SOSTANZE VOLATILI
Per sostanze volatili intendo ad esempio i solventi, cioé quelle sostanze che se lasciate la bottiglietta aperta, dopo qualche ora troverete la bottiglietta vuota.Se gettate in acqua queste sostanze non si mischiano, ma l’acqua può essere un buon veicolo per trasportarle in giro mentre evaporano, e quindi potrebbe estendere l’inquinamento ad aree maggiori rispetto a dove è stato effettuato il rilascio.
Questa tipologia di sostanze è poi particolarmente infima perché volatilizzandosi rende difficile accertarne la dovuta provenienza. Infatti le tracce del loro passaggio si dissolvono in fretta e si disperdono nell’ambiente. Ovvio che una persona che è nei paraggi e respira una bella boccata di solventi volatili rischia un’intossicazione e, in particolari situazioni come l’alta pressione, si creano delle “sacche”. Se un pescatore lungo il fiume dovesse incappare in una di queste, rischierebbe lo svenimento.
Nel caso vi capiti di assistere a una cosa del genere, allontanatevi subito dal luogo e trasportate il malcapitato in una zona con aria fresca, meglio se ventilata, e avvertite un medico.
IDROCARBURI
Provate a fare un esperimento: mettete un po’ di olio all’interno di un bicchiere. Anche mescolando forte, dopo un po’ si crea una netta divisione tra l’acqua e l’olio, con quest’ultimo che rimane nella parte alta. Ecco uno dei grandi problemi che riguarda l’inquinamento da idrocarburi (ma anche da oli e grassi): questi galleggiano sull’acqua creando una pellicola.Questo cosa comporta? Vi ricordate la volta scorsa quando abbiamo parlato dell’ossigenazione dell’acqua, bene, la maggior parte dell’ossigeno l’acqua lo riceve dall’aria.
Nella tensione superficiale vi è un continuo scambio di molecole di aria che si sciolgono all’interno dell’acqua, viceversa alcune particelle di acqua per evaporazione se ne vanno nell’atmosfera, il tutto in un perfetto equilibrio. Ora, se metto una pellicola che impedisce questo scambio, l’acqua perde la sua fonte principale di ossigenazione e il risultato finale è che il fiume va presto in anossia e di conseguenza tutte le specie viventi salutano il creato.
Bisogna poi pensare che questo tipo di sostanze si disperde facilmente creando una pellicola sottilissima e quindi, anche una piccola quantità di idrocarburi, possono inquinare larghi spazi facendosi trasportare dalla corrente.
Per arginare un possibile inquinamento da idrocarburi si utilizzano dei galleggianti che ne frenano la corsa. Successivamente viene estratta l’acqua contaminata e viene separato l’inquinante.
Uno spreco notevole, soprattutto con gli attuali prezzi dei prodotti petroliferi.
Ma come si generano questi tipi di inquinamento? Beh ci sono molti modi, qui in zona ne ho sentiti dei più disperati, ad esempio un camion parcheggiato con il serbatoio che perde. Il caso ha voluto che il camion facesse sosta in un parcheggio adiacente a un fosso in cui confluivano le acque di scarico da un pozzetto adiacente. Il fosso poi scaricava direttamente in un torrente, quindi durante la notte circa cento litri di gasolio provenienti dal serbatoio del camion si sono riversati nel fosso e poi nel torrente.
Risultato: circa tre chilometri di scia di gasolio e conseguente moria di pesci con tutto ciò che ne consegue.
Un altro caso esaltante è stata la rottura di una tubazione che porta il carburante degli aerei. In poco tempo sono fuoriusciti qualche migliaio di litri di questo carburante speciale. Si è sfiorato il disastro ecologico, ma ovviamente si è verificata una moria consistente di pesci, odori vari, gente arrabbiata ecc.
Può anche succedere che la vostra auto perda un po’ di olio, che finisce sulla strada e poi, dopo il primo acquazzone, l’acqua vada a finire nel pozzetto e di seguito nel fosso! Moltiplicate il tutto per la quantità di auto che normalmente girano per le strade, ed ecco a voi la vostra bella fonte di inquinamento.
Ovviamente però, perché sia un’emissione significativa, dovrebbe avvenire tutta insieme per un certo numero di veicoli. Credo che a tutti sia capitato di ritrovarsi di fronte alle chiazze oleose, quelle con i riflessi arcobaleno. Si tratta proprio di questo tipo di inquinamento che, sebbene piccolo e localizzato, non è comunque da trascurare.
METALLI E SIMILI
Qui si apre un argomento complesso ma, per non annoiarvi troppo, sarò il più breve possibile.
I metalli come cromo, cadmio, piombo e mercurio sono tossici, cioè se ingeriti in certe quantità dall’uomo o dagli animali, possono provocare tossicità acuta, in certi casi creare effetti cronici o addirittura letali.
Queste sostanze hanno la spiacevole caratteristica di essere bio accumulati, cioè se io apro un pesce che è stato esposto al mercurio, nel suo grasso troverò tracce di mercurio perché questo inquinante gli è entrato nell’organismo e non ne è più uscito. Ora, se mi mangio il pesce ingerisco anche il mercurio perché non esiste un modo per toglierlo a meno che non vada a eliminare ogni singola traccia di grasso nei tessuti, cosa praticamente impossibile. Inoltre potrei trovare accumuli anche in altre parti del corpo e quindi di fatto dovrei eliminare per intero il pesce.
Qualche decennio fa, in una baia in Giappone, fece scalpore l’altissima incidenza di certe malattie. Qualche anno più tardi si scoprì che le industrie limitrofe alla costa scaricavano liberamente enormi quantità di mercurio e che i pesci presentavano un bio accumulo elevatissimo di questo componente. La popolazione, nutrendosi principalmente del pescato, fu decimata.
Il problema però è che grazie alle correnti, questi inquinanti si spostano anche di diverse centinaia di chilometri e possono essere veicolati dal pesce foraggio per raggiungere successivamente i predatori. Capita così che anche un tonno pescato in mare aperto può presentare tracce di mercurio, nonostante abbia sempre vissuto a mille chilometri dal Giappone. Probabilmente si è nutrito di acciughe che sono migrate nelle vicinanze dal Giappone, le quali a loro volta si sono nutrite di plancton che è stato trasportato dalla baia in Giappone... e così via fino alla scatoletta di tonno che ci arriva sulla tavola.
Ma come dicevo nel precedente articolo, si tratta del prezzo del benessere.
Questi sono gli effetti del mercurio (e in certe concentrazioni del piombo e del cadmio) quando viene assunto dall’animale che di per se stesso non muore all’istante (magari sta solo agonizzando), ma avvelena contaminando tutta la catena alimentare in cima alla quale c’è l’uomo.
Un altro inquinante che provoca effetti diversi a seconda della tipologia che ci ritroviamo nell’acqua è il cromo. Qui devo fare una breve parentesi: un elemento può avere caratteristiche diverse a seconda della sua configurazione elettronica pur rimanendo sempre lo stesso. Persi? Ci riprovo! Immaginate il nucleo dell’atomo formato da protoni e neutroni, in pratica delle palline agglomerate tra loro. All’esterno orbitano delle palline dette elettroni. Se intervengo togliendo una delle palline che sono agglomerate nel nucleo creo un altro elemento perché ne modifico sostanzialmente la natura. Se invece intervengo togliendo delle palline che ruotano all’esterno (elettroni), non muto la struttura centrale dell’atomo, la sua natura, ma muto il suo comportamento perché, a seconda del numero di palline che girano esternamente e delle sostanze che gli metto vicino, l’elemento avrà un diverso comportamento.
Complicato vero? Portate pazienza, in altre parole ho lo stesso elemento con caratteristiche chimico/fisiche diverse perché gli elettroni che gli ruotano attorno lo fanno reagire diversamente.
Bene, dopo questo excursus riprendiamo il filo del discorso. Di cromo ne esistono diversi tipi che possono essere utili (come il cromo trivalente che serve al nostro organismo per il corretto metabolismo degli zuccheri) o decisamente dannosi; un esempio famoso è il cromo esavalente o cromo sei. Questo è mutageno, cancerogeno e decisamente distruttivo. Un terreno innaffiato con acqua contaminata da cromo sei crea delle margherite deformi! Provate a indovinare gli effetti che potrebbe avere sull’uomo e in particolare sui feti!
Immaginate gli effetti sui pesci, sulla flora in generale...e l’acqua è un veicolo eccezionale per trasportarlo in giro e disperderlo nel terreno, nell’aria e così via.
E' opportuno sapere che il cromo è utilizzato nelle industrie galvaniche, nella produzione di vernici, nella concia delle pelli e perfino nella produzione del nastro isolante.
Fortunatamente le industrie si stanno orientando su produzioni che hanno con il tempo eliminato questo elemento, ma qualcuno ne fa ancora uso e ogni tanto può succedere che per un guasto od un incidente ci sia una perdita e l'elemento finisca in un fiume! Ve ne accorgerete subito perché i pesci affioreranno a galla agonizzanti, accompagnati da un odore di marcio.
Grazie cromo...
INQUINANTI BIOLOGICI
Senza ricorrere al terrorismo, molti inquinanti biologici sono sotto i nostri occhi quotidianamente: batteri di varie specie e se immessi in acqua possono ovviamente contaminare chi ne fa uso.
Adesso anche se non è attinente, mi concedo una piccola licenza “poetica”: da un punto di vista biologico io considero inquinamento anche l’immissione di specie alloctone, e questo per due motivi: il primo riguarda il fatto che possono essere portatori di agenti patogeni dal loro paese di provenienza, il secondo sono una vera e propria forma di inquinamento perché alterano il normale equilibrio dell’ecosistema spesso in modo irreversibile. Se pensiamo poi che eventuali ibridazioni possono portare nel tempo alla progressiva perdita del patrimonio genetico originario, si capisce facilmente che anche immettere una specie alloctona è un inquinamento biologico.
Bene, siamo giunti alla fine di questo nostro viaggio all’interno dell’inquinamento. Molto probabilmente ho omesso qualcosa e forse ho commesso anche qualche imprecisione, ma il succo del discorso c'è!
Nel caso abbiate trovato delle imprecisioni vi chiedo di comunicarmelo, sarò ben felice di imparare dai miei errori.
Non ho potuto dirvi tutto quello che penso sull’inquinamento, sull’acqua, su come vorrei che il mondo fosse o su come vorrei riuscire a comportarmi, ma spero però che tra le righe siate riusciti a leggere la mia passione per la natura.
Alla prossima.
Matteo Fongaro
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