A B C - 7) Il finale
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- Scritto da Albano Barbiani (Ghost)
Nel nostro simbolico viaggio nell'attrezzatura PAM che ci porta dal pescatore verso la preda, arriviamo ad un componente che non deve essere considerato secondario, dal momento che può avere un'incidenza notevole sulle catture, soprattutto in acque "difficili".
La coda di topo all'estremità ha un diametro dell'ordine del millimetro, ed è quindi inadatta a presentare direttamente l'imitazione al pesce; ecco che entra in gioco il finale (Leader), che è l'elemento dell'attrezzatura incaricato di una funzione “dinamica”, cioè trasferire progressivamente l’energia immagazzinata nella coda verso la mosca senza bruschi rimbalzi, e di una funzione “catturante”, cioè porgere l’artifizio alla preda con la necessaria delicatezza e precisione mediante un filo sottile, poco o per nulla visibile dal pesce. Per svolgere questi suoi compiti, il finale è composto da più tratti di nylon di sezioni differenti, a scalare, dal più grosso che si annoda alla coda, sino al più sottile al quale si annoda la mosca; presenta cioè un profilo affusolato (Tapered). Si possono individuare tre zone: un tratto iniziale detto di potenza, un tratto di rastremazione (conicità), e il tratto terminale (Tippet, o Tip) che essendo la parte dedicata alla presentazione dell'inganno alla preda, influisce non poco sull'esito della pescata in caso di animali sospettosi.
Tralasciando alcuni tipi di finali molto specifici che esulano dall'interesse dei principianti, come quelli in seta o i sistemi polyleader, a chi inizia sono consigliabili: i finali conici nei quali le rastremazioni sono ottenute trafilando opportunamente un unico filo di nylon, quelli a treccia costituiti da una trecciola cava che diminuisce progressivamente di diametro, gli intrecciati formati da più fili di vario spessore rigirati tra loro in strette spire, e i finali a nodi. Occorre aggiungere che, in alternativa al nylon, è diffuso l'utilizzo di fili in fluorocarbon, quasi invisibili in acqua, caratteristica redditizia soprattutto pescando sotto. (da sinistra) Finale conico (Knotless) - Finale intrecciato(Furled) - Finale a treccia (Braided) - Finale a nodi (Knotted) Il tipo di finale più comune è sicuramente il finale a nodi, che moltissimi PAM si costruiscono artigianalmente. È formato da spezzoni di nylon di varie lunghezze e calibri a scalare, uniti tra loro da opportune legature (tipicamente il Blood Knot).
Una regola empirica, oramai quasi in disuso, relativa alle lunghezze delle tre zone, suggerisce un terzo di potenza, un terzo di conicità e un terzo di presentazione, ma esistono diverse scuole di pensiero e si troveranno parecchie "ricette" sui libri di PAM, oppure ricercando 'finale' nel forum di PIPAM, o girovagando per il web sui motori di ricerca.
Scoprirete soluzioni anche molto differenti tra loro, sia per le lunghezze dei tratti, che per quanto riguarda i diametri dei fili di nylon utilizzati. In pratica, un finale può spaziare da due a più di sei metri, essere formato da sei/sette spezzoni sino a nove/dieci, e utilizzare fili dal 60 allo 08. (ricordiamo che stiamo sempre parlando dell'attrezzatura per iniziare in torrente e fiume, mentre ad esempio in mare quattro spezzoni sarebbero sufficienti, e c'è una particolare tecnica di pesca a ninfa che prevede l'uso di un singolo monofilo) Parecchi prodotti sono commercializzati utilizzando la metrica anglofona, e la loro lunghezza è espressa in piedi (Feet). Siccome un piede è pari all'incirca a 30 cm, un tipico finale di 12 ft è lungo 3,60 metri. Inoltre, i diametri del tip sono espressi con particolari simboli, grossomodo decifrabili da questa tabella
Da un punto di vista teorico, il finale ideale sarebbe forse il conico: molto uniforme in quanto privo di discontinuità, è meno visibile da parte del pesce pesce e sicuramente non “raccoglie” sporco perché non presenta nodi per tutta la sua lunghezza; di contro la costruzione a spezzoni consente al PAM di provare varie "ricette", e trovare quelle che egli riesce ad utilizzare al meglio nelle diverse situazioni di pesca. Regolette empiriche: Pescando con il vento conviene avere una conicità e il terminale più corti, a favore del tratto di potenza - Viceversa con una potenza più breve si avrà un finale più morbido, plasmabile, probabilmente più "da pesca" - Pescando a ninfa è suggeribile un finale corto (3 metri circa) - A mosca secca, se le acque sono veloci il finale può essere di lunghezza limitata, mentre più l'acqua è lenta, più il pesce avrà tempo di valutare l'inganno, e più sottile e lungo dovrà essere il finale, soprattutto la zona tippet – In caso di rifiuti ripetuti a volte basta sostituire il terminale con uno più sottile e/o più lungo - Nell'infrascato il finale lungo è difficile da gestire e si può passare la giornata a districarlo dai rami… Per la scelta del diametro del tratto terminale occorre anche considerare il tipo di inganno utilizzato: ad esempio, una grossa sedge in pelo di cervo oppone molta resistenza all'aria e tende a "frullare" durante il lancio, quindi utilizzando un terminale del 12 ben presto esso si arriccia a mò di cavatappi e và sostituito; inoltre un finale lungo e pure sottile non riesce a trasmettere a una mosca grossa l’energia necessaria per arrivare sul pesce; d'altra parte un terminale del 20 non si raccorda molto bene con una minuscola moschina costruita su un amo 24. Per quanto riguarda la scelta dei nylon per l'auto costruzione, in genere si preferiscono tipi di nylon più rigidi per le sezioni più grosse, e più morbidi per i tratti rimanenti, specialmente per il tip. Esistono in commercio dei nylon "senza memoria" e, nelle misure più grosse, anche dei particolari nylon cavi all'interno, che garantiscono senz'altro una ottima galleggiabilità, ma sono parecchio morbidi. Siccome durante l'azione di pesca capita di dover "scendere" di terminale fino anche al 10 per temoli "cattivi" , e poi magari montare un 16 o un 18 per usare una mosca da caccia o uno streamerino da trota, può essere molto comodo un finale con il pre-tip provvisto di un'asolina che consenta di cambiare molto velocemente il solo tratto terminale, per adattarlo alle esigenze del momento, o per sostituirlo rapidamente qualora si fosse rovinato. Ad esempio, questa è la "gassa d'amante", che stretta attorno ad una graffetta o ad uno spillo di servizio diventa un'asola molto compatta ed offre una buona tenuta.
Alcuni finali hanno un'asolina nel tratto verso la coda, che consente la giunzione immediata all'asola della coda (Loop to Loop).
Altrimenti per connettere il finale alla coda, sia essa provvista di asola o meno, si possono usare gli stessi nodi utilizzati per la giunzione backing-coda visti nel precedente A B C - La coda di topo Esistono poi in commercio i "chicci di riso" , molto semplici e rapidi come fissaggio, ma poco utilizzati,
e le "calzette" di nylon trasparenti, oppure colorate che fungono anche da segnalatore di abboccata.
Prima di iniziare a pescare, e periodicamente durante la pescata, è consigliabile "stirare" il finale, così da rendere meno evidenti le spire che il nylon potrebbe formare. Questo si ottiene usando un apposito attrezzino, detto stendi-finali
oppure semplicemente mantenendo il finale tra le mani in forte trazione, un metro alla volta, per qualche secondo.
Per togliere quella leggerissima patina brillante che potrebbe allarmare il pesce, alcuni pescatori strofinano una patata cruda sul tippet. Per evitare tuberi nel gilet, che abbandonati umidi nelle tasche potrebbero anche germogliare , si può utilizzare in alternativa il limo del fiume, passandolo molto dolcemente sul finale. Attenzione poi ad affilare gli ami già annodati al finale: una passata imprevista con una lima sul nylon, lo compromette all’istante. Chi si avvicina per le prime volte alla PAM, durante i volteggi e le pose si ritroverà di tanto in tanto con il finale aggrovigliato, specialmente se ha scelto di utilizzare un finale lungo, ma appena acquisirà un po’ di pratica nel lancio, riuscirà a distendere coda e finale in modo soddisfacente e produttivo. Per disfare i maledetti nodi indesiderati è comodo avere con se uno spillo di servizio, a patto di ricordarsi di svitarlo dopo l'uso per renderlo inoffensivo. Vedi anche: Lancio / Lancio e dintorni / Continuiamo a parlare di finali Code e finali / Schede finali Ghost
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