Fabio Mauri
Innanzitutto vorrei ringraziare Andrea e tutta la redazione di PIPAM per la considerazione nei miei confronti e complimentarmi per la loro opera continua che consiglia, diverte e unisce i pescatori a mosca italiani e non solo.
Hai voglia di raccontarci come, dove e quando hai iniziato a costruire?
Qual è stata la molla che ti ha fatto scattare la voglia di acquistare l'occorrente per la costruzione?
Hai cominciato la tua attività al morsetto più per il piacere di costruire o per necessità?
Rispondere esattamente alla domanda di quando iniziai a costruire le mosche da pesca non mi è molto semplice, perché dal mio punto di vista, la pesca a mosca rappresenta l'apice di una serie di fattori ed eventi che osservandoli a ritroso mi danno l'impressione di essere casualmente caduti nel posto giusto al momento giusto.
La costruzione rappresenta i fiori di questo intreccio di radici e fusti apparentemente casuali.
Fin da bambino subivo il fascino degli ambienti acquatici e dei loro abitanti.
Ogni rigagnolo ogni pozzanghera erano un parco giochi.
Venivo letteralmente rapito, osservavo pesci, animali e insetti stracolmo di fascino e curiosità.
Inoltre mi piacevano gli animali e gli insetti che regolarmente portavo a casa tra la disperazione di mia madre.
Allora, il sentimento che provavo nei confronti della natura non si poteva definire ancora "amore" ma fascino.
Consideravo gli insetti come piccoli e fantastici robot perfetti e mi vergogno ad ammettere che ci giocavo come se fossero stati degli incredibili giocattoli.
Quando non potevo uscire di casa, spesso amavo giocare con la plastilina, con la quale costruivo interi "mondi" in miniatura, e siccome anche la plastilina per un bambino di 7 anni aveva un prezzo consistente, compresi presto che più riuscivo a miniaturizzare gli oggetti che realizzavo e più oggetti potevo realizzare, iniziai in questo modo un gioco che inconsapevolmente ha rappresentato forse il migliore allenamento volto allo sviluppo di una buona manualità che abbia mai fatto in vita mia.
Verso gli otto anni iniziai a pescare con canna e lenza, provai addirittura a costruire dei bigattini artificiali con la plastilina ma i risultati non furono soddisfacenti. Incontrai la Pesca a mosca all'età di quindici anni, un giorno che come tanti altri, a bordo del mio motorino (MZV Cobra) mi recai a pescare a "cucchiaino" sul Naviglio li vicino.
Non conoscevo l'esistenza di una tecnica del genere e appena la vidi praticare da Mario, (questo era il nome del pescatore a mosca che incontrai quel giorno) ne restai profondamente colpito e decisi immediatamente che l'avrei appresa.
Su consiglio di quel pescatore, che poi persi di vista ma che non finirò mai di ringraziare, partecipai al corso che ogni anno tiene il Club pesca a mosca Brescia ed iniziai subito a pescare a mosca.
Allora il prezzo delle mosche era abbastanza alto, e si sa che i neofiti sono eccellenti distruttori di mosche.
Fatto sta che anche questa volta una "difficoltà economica" si trasformò in un'incredibile opportunità di crescita.
Acquistai il primo morsetto e tutti gli altri attrezzi da Ziliani Sport, l'unico negozio in tutta la provincia, nel quale si potevano reperire attrezzature da pesca a mosca.
Non si trattava di un negozio di pesca ma di articoli sportivi.
Acquistai un piccolo manuale che mi diede le prime nozioni di costruzione, il titolo è: "La fabbricazione delle mosche artificiali" di Tony Whieldon.
Successivamente acquistai quel capolavoro di Piero Lumini e Massimo Gigli che è il "Nuovo manuale del costruttore di mosche artificiali".
Iniziai quindi da autodidatta questo cammino che da subito iniziò a regalarmi grandi ma solitarie soddisfazioni.
Potevo leggere sulle riviste le avventure e i consigli dei "veri" pescatori a mosca, potevo sognare con i loro racconti di viaggi, ma dato che nel mio paese ero l'unico a praticare la nostra passione, ho sofferto questa forma di isolamento per molti anni.
Quanto tempo, di media, trascorri al morsetto?
Non ho mai fatto una media del tempo che trascorro al morsetto. Certi giorni non costruisco neanche, altri costruisco per giornate intere.
Penso che se dovessi fare una media, questa si avvicinerebbe ad una o due ore al giorno.
Dallo “scarrafone” all'imitazione, quanto tempo e quanto impegno?
La prima mosca che costruii fu una mosca secca. Seguii più precisamente possibile le indicazioni del manuale. Per essere la prima mosca da autodidatta non era poi bruttissima, ma le proporzioni lasciavano molto a desiderare. Dovevo ancora maturare quello spirito critico indispensabile per poter diventare un costruttore di mosche decente. Un mese dopo decisi di portare le mosche realizzate al negozio di Brescia per poter correggere gli errori grazie ai consigli del titolare. Ziliani era un pescatore anziano ma molto acuto e mi spiegò le dinamiche del galleggiamento in rapporto alle dimensioni e alle angolazioni. Fu l'ultima volta che lo vidi perché purtroppo venne a mancare di lì a poco. Lo ricorderò sempre come il mio primo maestro di costruzione. Da quel momento le mie mosche iniziarono a migliorare. Acquistai un libro del grande Piero Lumini e ben presto mi accorsi di quante soddisfazioni personali potesse regalare la costruzione. La mia tecnica vide un lento e graduale miglioramento che nel corso di una ventina d'anni mi portò a padroneggiare egregiamente i vari metodi di costruzione. Il mio approccio al morsetto restava comunque ancora abbastanza classico. Il salto ideologico che mi concesse di spezzare le catene apparenti pur mantenendovi le basi dai dogmi dei montaggi classici, fu l'iscrizione al club nel quale molti anni prima frequentai il corso di lancio. Con il Club pesca a mosca Brescia mi si aprì un nuovo orizzonte, ricevetti importanti consigli, potei scambiare importanti esperienze, discuterne con bravi pescatori e farne di nuove. Ecco che un discorso sociale e di amicizie è stato determinante per fare scattare la molla di una nuova evoluzione che a dire il vero non avrà mai fine.
C'è una caratteristica che accomuna i tuoi artificiali?
Vedo gli artificiali che costruisco molto diversi tra loro, perché ognuno di essi è il risultato di un particolare ragionamento. Percepisco che c'è qualcosa che comunque li accomuna tutti. Spesso gli amici pescatori riconoscono le mie mosche ma dalla mia posizione faccio molto fatica ad inquadrare questa caratteristica comune. Forse non sono io la persona giusta per questa domanda.
Imitazione o fantasia quale preferisci?
Tra imitazione o fantasia preferisco l'imitazione, (da pesca si intende) perché questa la si usa su schiuse o altre situazioni di presenza di insetti specifici che adoro. Con questo non voglio denigrare le imitazioni di fantasia che dal mio punto di vista restano soltanto appena appena sotto le altre.
Estetica o funzionalità a cosa dai maggior importanza?
Do la prevalenza alla funzionalità, ma non significa che trascuro l'estetica alla quale riservo sempre grande importanza. La mia regola è che dove l'estetica o il realismo iniziano a compromettere l'efficacia in pesca di un'imitazione, allora bisogna fermarsi e fare dietro front, perché solo in questo modo ogni apporto estetico-realistico può rivelarsi veramente efficacie.
Hai qualche aneddoto divertente riguardante la costruzione?
Di aneddoti ne avrei, per raccontarli dovrei essere disposto a compromettere un po' la mia reputazione, ma per PIPAM questo ed altro: Anni fa sul fiume Gacka costruii delle sedge in pelo di cervo, e le regalai a degli amici appena conosciuti. Fatto sta che avendo avuto solamente un filo molto fragile e sottile per la loro costruzione, le avevo legate talmente male che in pratica prendevano il volo ancora prima di toccare l'acqua! Quanto ridere ma quanta vergogna! Vorrei raccontare un altro fatto ma dato il comune senso del pudore sarò costretto a scriverlo tra le righe... In pratica posso solo dire che come i poeti trovano nelle loro muse ottime fonti di ispirazione, io vi ho trovato ottime fonti di costruzione.
Cosa ne pensi delle gare e/o dei concorsi di costruzione?
Ho partecipato in passato a diverse gare di pesca conseguendo buoni risultati, ma da tanti anni non vi partecipo più.
La mia sensibilità nei confronti degli animali è cambiata, non mi diverte più e forse mi divertiva poco anche prima, forse era solo un modo per ingrassare il mio ego.
Per quanto riguarda le gare di costruzione, anche queste rappresentano un desiderio di riscontri positivi da parte degli altri, un tentativo di vedersi nei complimenti e nei premi ambiti, un nutrimento per la mia scarsa autostima, senza però il rimorso che le gare su pesce mi procuravano.
Ma le gare di costruzione mi hanno regalato almeno due fattori importantissimi che sono: le amicizie e lo scambio di iformazioni.
Gli amici conosciuti in tutti quegli anni. Amicizie vere, importanti, sincere e durature. E l'incentivazione ad un miglioramento coadiuvato dall'apprendimento di nuove tecniche costruttive. Scambi di idee, di metodi e materiali, hanno contribuito ancora una volta alla mia crescita come costruttore.
Quando peschi usi sempre e solo le tue mosche?
Questa risposta è molto personale. Penso che ogni pescatore abbia giustamente in merito, considerazioni molto differenti da altri. Personalmente quando pesco, utilizzo esclusivamente le mosche che ho costruito io. Non faccio questo per scarsa stima nei confronti degli altri costruttori, che in realtà apprezzo tantissimo. Bensì perché ho la sensazione che se dovessi catturare con la mosca di qualcun altro, questa cattura non sarebbe del tutto la mia.
Sopra, sotto od è indifferente?
Pesco quasi sempre a mosca secca, perché la ritengo la tecnica che più si addice ad una personalità da romantico sognatore come la mia. Ma l'altra faccia della medaglia è sempre in agguato e sempre pronta a saltare fuori in quei momenti nei quali la secca non trova alcuna risposta, magari da grossi pinnuti che stazionano presso il fondo. C'è poi un tipo di pesca "sotto" che paragonerei alla secca ed è la mosca bagnata. Anche qui si può pescare sulle "bollate" o sarebbe meglio dire "ninfate" e quando abbocca il pesce si vede rompere l'acqua. L'aggancio del pesce è diverso però... Spesso si avverte nel momento della "bollata" anche uno strattone rabbioso alla canna. Devo ammettere che in passato questa tecnica mi ha fatto divertire parecchio.
In quali zone svolgi prevalentemente la tua attività alieutica?
Gli ambienti che preferisco sono i fiumi e le risorgive, di tutte le dimensioni e ad ogni altezza. La loro variabilità è altissima e le situazioni che possono presentare sono davvero infinite. Mi capita comunque di frequentare anche grandi laghi o piccole cave no kill, ed anche in questi ambienti trovo sempre quello che cerco: avventura, relax e divertimento.
Qualche consiglio a chi volesse cimentarsi nell'arte del fly tying?
A chi volesse iniziare a costruire mosche, anzitutto gli darei il benvenuto in questo nuovo viaggio, poi mi permetterei di dargli un paio di consigli, ma solo perché li reputo molto importanti: Il primo è quello di non rinunciare mai dopo i primi tentativi falliti. Lo sbaglio fa parte dell'apprendimento! Hai sbagliato? Bene! Significa che sei sulla buona strada per imparare. Nessuno deve giudicarti mentre stai imparando, questo riguarda solo te, puoi sbagliare mille volte che va tutto bene. Questo gioco è tuo. Il secondo consiglio che gli darei sarebbe quello di non aver fretta, la costruzione è un'avventura bellissima che merita di essere gustata dall'inizio fino alla fine se di fine si può parlare... Cercare in tutti i modi di bruciare le tappe, oltre a generare lacune nel costruttore, diminuisce anche il piacere nello svolgere tale attività. Sarebbe come inghiottire in un sol boccone il piatto più prelibato del mondo.