Guido Scala
Al morsetto.
Sono nato 54 anni fa in una cittadina della Valtellina e ho incominciato a pescare da piccolo, con mio padre e mio zio, lungo l’Adda e nei laghi alpini.
A 22 anni mi sono trasferito a Milano e qui ho scoperto la pesca a mosca grazie ad un amico che si costruiva le sue mosche e che mi portava a pescare i cavedani sull’Adda e sul Ticino.
Da subito mi sono appassionato alla costruzione e ho incominciato a costruire le mie prime mosche alla fine degli anni ‘80
Agli inizi degli anni ’90 ho contribuito alla nascita del Fly Angling Club Brianteo che è tuttora uno dei Club di Pesca a Mosca più importati della Lombardia. La mia predisposizione all’insegnamento mi ha portato a tenere corsi di costruzione al Brianteo e poi al Fly Angling Club di Lecco.
Negli ultimi anni mi sono avvicinato alla tecnica della Tenkara e sono amministratore del gruppo Facebook Tenkara Italy sul quale ho tenuto serate di costruzione di kebari (soprattutto tradizionali giapponesi) e alcune interviste a personaggi importanti del mondo della Tenkara in Italia.
Grazie anche al mio lavoro di fotografo, con l’amico Maurizio Di Bernardo, abbiamo creato un canale web che ormai ha più di 2000 followers e si chiama Fly Fishing and Tying Channel (FFandT), sul quale pubblichiamo video e foto di costruzione per i principali social e per YouTube.
Lo scopo del canale è di diffondere e condividere i nostri lavori soprattutto per aiutare chi è alle prime armi, ma anche per dare nuovi spunti, idee o consigli a chi già costruisce.
Ultimamente sto lavorando con l’amico Riccardo Passera ad un nuovo progetto e cioè un corso di costruzione composto da video molto brevi (4-5 minuti) nei quali vengono illustrate le varie tecniche di costruzione, le attrezzature e i materiali. Il corso avrà anche una parte dedicata all’entomologia a cura del bravissimo Roberto Brenda.
In pesca.
Hai voglia di raccontarci come, dove e quando hai iniziato a costruire?
Ho iniziato a costruire alla fine degli anni ’80 a casa di un amico che aveva un morsetto e i materiali, con i quali ci costruivamo dei semplici spider per pescare i cavedani.
Da lui ho imparato i primi rudimenti e a breve mi sono comprato l’occorrente per essere autonomo.
Qual è stata la molla che ti ha fatto scattare la voglia di acquistare l'occorrente per la costruzione?
Probabilmente la mia passione per il “fai da te” e la mia buona manualità.
Successivamente entrando nel dettaglio della tecnica ho scoperto che il bello della pesca a mosca è proprio che ci sono moltissimi argomenti che possono essere affrontati, sviluppati e studiati.
Una cosa che mi piaceva tantissimo era cercare di capire quale è il rapporto tra pesce e insetto e ho iniziato, quindi a studiare le basi dell’entomologia. Da lì, cercare di imitare questi insetti con piume, peli e filo, il passo è stato brevissimo.
C’è una sorta di piacere quando finisci un artificiale e lo guardi sul morsetto con orgoglio. Il tutto poi se seguito da una cattura diventa una goduria. Queste sensazioni mi hanno spinto a continuare anche dopo i primi inevitabili sconforti e le ritrovo anche oggi quando costruisco.
Hai cominciato la tua attività al morsetto più per il piacere di costruire o per necessità?
La soddisfazione e il piacere di vedere finito l’artificiale sul morsetto mi spingeva a costruirne altri e sempre di più.
No non era per necessità. Costruivo molte più mosche di quelle che utilizzavo in pesca per il solo gusto di costruire.
L’attenzione, la precisione, la cura che dedico alla costruzione mi portano in uno stato di concentrazione che mi fa stare bene e che mi serve per liberare la mente dai cattivi pensieri e rilassarmi.
Quanto tempo, di media, trascorri al morsetto?
Ho sempre costruito molto.
Mi è capitato di passare notti insonni e quindi costruire per 8-9 ore consecutive e poi andare al lavoro. Solo perché avevo in mente di dover riuscire a fare un certo montaggio o imitare un insetto in particolare. Ero giovane e il fisico me lo permetteva.
Ancora oggi costruisco abbastanza spesso, almeno un’ora praticamente tutti i giorni.
Dallo “scarrafone” all'imitazione, quanto tempo e quanto impegno?
Se per “scarrafone” intendi una mosca sciatta e poco curata ti posso tranquillamente dire che non ne ho mai fatte, neanche agli inizi.
L’ho imparato subito grazie anche a degli ottimi maestri. Riccardo Passera è stato il mio primo vero maestro e mi diceva: “La precisione e la cura sono tutto. Non puoi permetterti di arrivare sul fiume nel mezzo di una schiusa e perdere tempo l’occhiello è tappato o una piuma si stacca perché attaccata male”.
Se invece intendi mosce venute male per inesperienza o per errori allora ti posso tranquillamente dire che mi capita ancora oggi di fare degli “scarrafoni”.
Quando magari cerco di fare delle imitazioni che non ho mai fatto o creo qualche mosca di fantasia alcune volte succede che finiscano nella scatola più grossa e cioè quella degli ami da recuperare
C'è una caratteristica che accomuna i tuoi artificiali?
Ormai dopo tanto tempo penso di essermi creato un mio stile, soprattutto nelle mosche sommerse e un po’ anche nelle kebari da Tenkara.
E’ difficile dire cosa le accomuna. Come dicevo cerco sempre di curare molto i miei artificiali. Ecco forse è questo che li accomuna, non sono mai sciatti e si vede che non sono fatti controvoglia.
Se non ho voglia non costruisco e cerco sempre la pulizia e lo stile.
Amo molto la genialità di Roncallo e adoro lo stile dell’amico Walter Luzi. Ogni volta che costruisco penso a questo e cerco di unire queste due caratteristiche è un obiettivo ambizioso ma spero un giorno di riuscirci.
Imitazione o fantasia quale preferisci?
Decisamente imitazione ma non spinta all’estremo.
Per le mosche che uso in pesca, a parte i modelli classici, cerco di raggiungere l’essenzialità come fanno i giapponesi nelle loro kebari.
Cioè riprodurre nell’artificiale solo le caratteristiche essenziali dell’insetto senza troppi orpelli.
Estetica o funzionalità a cosa dai maggior importanza?
Assolutamente estetica.
Sono certo di non poter essere smentito se dico che tutti i pescatori quando arrivano sul fiume e cercano nella scatola la mosca da legare, la prima scelta và alla mosca esteticamente più bella.
Il grado di convinzione della nostra scelta guida il nostro modo di pescare, di lanciare, di presentare l’artificiale.
Sono convinto che moltissimi pescatori credono di più in una mosca bella che in una funzionale e non dico che sia giusto o sbagliato, in fondo è il risultato quello che conta. Più si è convinti e più pesci si prendono.
Hai qualche aneddoto divertente riguardante la costruzione?
Ricordo che per una serata on-line di costruzione di kebari sul gruppo Facebook Tenkara Italy, avevo invitato Walter a raccontarci delle sue kebari e a costruire qualche artificiale.
E’ partita come una serata molto interessante e anche molto divertente.
Walter raccontava aneddoti e si rideva molto, ma il clou è stato quando ha raccontato come ha scoperto il suo celeberrimo “cappotto” e cioè di quando ha praticamente rubato questo soprabito a sua cognata.
Io mi sono immaginato Walter, che è sempre compito, e che ha i tratti di una persona seria con questi baffetti sempre curati, correre per casa rincorso dalla cognata che rivuole il suo cappotto e lui che scappa pensando a come potrebbe utilizzarlo per nuovi dressing.
Non ce l’ho più fatta, ho cominciato a ridere come un matto e così anche Walter. Siamo andati avanti così per qualche minuto in piena diretta.
Cosa ne pensi delle gare e/o dei concorsi di costruzione?
Molto utili per confrontarsi con gli altri.
A me piace insegnare e come a ogni insegnante che si rispetti piace molto imparare. Ho sempre imparato tanto nelle gare e mi hanno senz’altro migliorato come costruttore.
A tutti piacerebbe arrivare sempre davanti e anche a me. Ma non mi abbatto se non succede, e cerco di imparare anche dagli sbagli che faccio.
Quello che non mi piace è che molto poco spesso vengono spiegate le valutazioni fatte dai giudici. Capisco che lo si fa anche per evitare inutili discussioni. Potrebbe però essere molto più utile per chi partecipa, e soprattutto per chi è alle prime armi, capire dove ha sbagliato per correggersi.
Quando peschi usi sempre e solo le tue mosche?
Si sempre
Sopra, sotto od è indifferente?
Quando mi chiedono peschi sopra o sotto, rispondo sempre: “dentro”.
Ho incominciato a pescare con le mosche sommerse e mi sono sempre rimaste nel cuore.
E’ una pesca che pratico spesso ed è quella che preferisco, perché mi dà una grande emozione e devo dire anche delle grandi soddisfazioni, rispetto ad altri metodi, soprattutto quando trovi pesci apatici o scarsamente attivi.
In quali zone svolgi prevalentemente la tua attività alieutica?
Principalmente in Valtellina e in Valsesia. Ma pesco abbastanza spesso anche nei torrenti vicino a casa nel triangolo Lariano o nel lecchese.
Qualche consiglio a chi volesse cimentarsi nell'arte del fly tying?
Quando insegno a costruire mi viene sempre in mente una frase di un mio vecchio professore: "il miglior insegnante non è chi riesce a trasferire agli altri il proprio sapere, ma colui che riesce a far crescere negli altri il desiderio di sapere".
Ecco il consiglio che vorrei dare è di non smettere mai di voler sapere, continuare cioè ad aver voglia di imparare.