CHERIE B. 2020
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- Scritto da Valerio Santagostino (BALBOA)
CHERIE B. - 2020
Word and photo Valerio “BALBOA” Santagostino
Tempo di lettura: 10 minuti
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Settembre 2020
Silvano Festa è un uomo che ispira calma e sicurezza; ti fa capire sempre che non dobbiamo temere, né preoccuparci, perché lui ha la situazione in pugno e sa sempre cosa fare in ogni frangente.
Questa sua dote naturale si evince dal quadro di Hokusai Katsushika, “La grande onda di Kanagawa” che ha appeso nella sala riunioni della sua azienda, la ACM & SIMEC TEAM a Treviglio. Rappresenta il terribile Tsunami giapponese del 2011 ed è li appeso, mi spiega, a imperituro ricordo del momento (Covid 2020) più buio della bergamasca dal dopo guerra in poi.
-“Ma noi ce l’abbiamo fatta Valerio”- mi spiega, con tranquillità, senza neanche, e ne avrebbe tutto il diritto, una piccola nota di presunzione.
La stima dei suoi collaboratori deve essere immensa; lo capisci quando entri in azienda e dal tempo di reazione a una sua chiamata, autoritaria, ma sempre cortese e rispettosa.
Accorre pure il figlio, con quella prontezza dovuta sicuramente al legame famigliare ma anche alla buona educazione che ha imparato in famiglia.
Tutta la mia stima a entrambi, e ve lo dico da padre, queste cose si notano e fanno piacere. Di fianco all’opera dell’artista nipponico, invece, c’è un quadro a forma di orologio donato da un suo allievo riconoscente. Due quadri, due mondi, due indizi per definire quest’uomo: carattere indomito e gentilezza d’animo.
Grande Silvano!
L’azienda è specializzata da sempre in strumenti di controllo e nella meccanica di precisione. La Paton PG 500, moto che ha partecipato al Motomondiale attinge da sempre a questa antica sapienza.
Undici anni fa ero andato a trovarlo per vedere i mulinelli e i morsetti (con il Regent vinse l’Efttex 2003).
Ecco il link all’articolo di allora: Nascita di un morsetto
Nel 2019 Silvano mi ha chiamato pre-annunciandomi l’uscita di un nuovo mulinello:
-“Un altro prodigio!”- ho pensato immediatamente tra me e me, e infatti le mie aspettative non sono rimaste deluse.
L’azienda nel frattempo si è dotata delle più sofisticate macchine che il mercato può offrire, comandate da programmi informatici sapientemente gestiti da Dario, il figliolo di Silvano, laureato in Informatica e dal suo collega Simone, esperto in programmi di CAD-CAM.
Dario (a sinistra) e Simone
Permettetemi due righe per raccontarvi la storia di questo giovane dottore.
Dopo la laurea Dario si dedica a laboratori di ricerca, creando una start-up insieme a tre colleghi e amici di università dove sviluppa dei prodotti digitali per non vedenti, in pratica degli audio game con una parte di grafica, dedicata agli accompagnatori.
Il video gioco si chiama Echoes from Levia: Soulbound.
La sua passione per l’informatica prosegue all’interno di questa start-up con lo studio di applicazioni per aziende, Edu-Game, acquisiti e apprezzati anche dalla prestigiosa università Sorbona di Parigi.
Contemporaneamente sviluppa un sistema per simulare la propagazione del suono in ambienti fisici (riverbero eco-localizzazione), un progetto purtroppo “caricato” su Google Drive poco tempo dopo la realizzazione.
Non c’è che dire: l’ACM ha sicuramente il suo delfino (d’altronde è pure il marchio dell’azienda), merce rara di questi tempi, soprattutto per aziende padronali e cosi specifiche. Bravo Dario!
Dario e...
...Simone alla loro postazione
Torniamo alla nuova creatura.
Tutto inizia in una linda stanza dove spiccano le stampanti 3D.
La ZORTRAX, una volta impostata, comincia a creare il mulinello.
L’altra macchina proietta i profili ingrandendo il manufatto
...e l’altra ancora effettua la misurazione tridimensionale.
Una volta ottenuto il “modellino”, si passa alla nuovissima HURCO, una macchina da lavoro americana, modernissima, dotata di cinque assi e una testa auto invertente, che scolpisce il pezzo da un cilindro di Ergal.
Il mulinello viene realizzato da due pezzi di Ergal, per ottenere l’effetto bi-color ma soprattutto per ottenere l’incredibile peso di 67,8 grammi ! E pensare che il primo prototipo pesava 95 grammi, per noi pescatori già un peso straordinario, ma che, evidentemente, non soddisfaceva appieno il suo creatore.
-“Ci è voluto qualche mese per ottenere il peso desiderato”- mi spiega Silvano.
E aggiunge: -“Sono lavorazioni molto delicate e millimetriche, perché se si fresa la bobina per ottenere immediatamente lo spessore voluto si rischia, sotto la forza e la spinta del taglio degli utensili, di disintegrarla”-.
Il manettino è in kevlar, i buchi sulla bobina sono fatti per il bilanciamento. I quattro pistoni auto frenanti servono ad evitare il fastidioso fenomeno di “slipping”, cioè il ritorno della coda nella bobina. L’esterno del mulinello viene sottoposto ad un nuovo trattamento (segreto!) e ricoperto da un rivestimento di 40 micron per mantenerlo sempre nuovo, per proteggerlo dall’acqua, dalla corrosione e dal sudore della mano.
Ha due colori: antracite o verde, mentre la cassa è color nichel.
Ogni mulinello è numerato, con la possibilità di recuperare sia a sinistra che a destra e viene consegnato con un’apprezzata lettera di accompagnamento, scritta in due lingue. Il nome e il numero non sono incisi, ma sono in rilievo. Il piedino è brevettato, perché l’asse centro canna e centro mulinello è decisamente più vicino degli altri mulinelli e l’apertura viene fatta per l’estetica e per limitarne il peso. La cassa e la bobina sono tornite in simmetria con il disegno. E, come ultima operazione, prima di essere consegnato al cliente il mulinello viene rettificato due volte e lucidato a mano. -“C’è voluto un anno di lavoro”- mi spiega Silvano, ma io aggiungo: -“Ne è valsa la pena!”-
Insomma, un vero capolavoro! Una raccomandazione Silvano. Ora che hai pure il Delfino, non aspettare troppo tempo a far uscire un’altra meraviglia.
Mi raccomando, ci contiamo!
Intanto, amico mio, il mio Cherie B -“...can accompany my over time and assist me in my best fishing moments” (*) - come mi hai specificato nella lettera al seguito.
(*) possa accompagnarmi nel tempo e assistermi nei miei momenti migliori in pesca.
Questa sua dote naturale si evince dal quadro di Hokusai Katsushika, “La grande onda di Kanagawa” che ha appeso nella sala riunioni della sua azienda, la ACM & SIMEC TEAM a Treviglio. Rappresenta il terribile Tsunami giapponese del 2011 ed è li appeso, mi spiega, a imperituro ricordo del momento (Covid 2020) più buio della bergamasca dal dopo guerra in poi.
-“Ma noi ce l’abbiamo fatta Valerio”- mi spiega, con tranquillità, senza neanche, e ne avrebbe tutto il diritto, una piccola nota di presunzione.
La stima dei suoi collaboratori deve essere immensa; lo capisci quando entri in azienda e dal tempo di reazione a una sua chiamata, autoritaria, ma sempre cortese e rispettosa.
Accorre pure il figlio, con quella prontezza dovuta sicuramente al legame famigliare ma anche alla buona educazione che ha imparato in famiglia.
Tutta la mia stima a entrambi, e ve lo dico da padre, queste cose si notano e fanno piacere. Di fianco all’opera dell’artista nipponico, invece, c’è un quadro a forma di orologio donato da un suo allievo riconoscente. Due quadri, due mondi, due indizi per definire quest’uomo: carattere indomito e gentilezza d’animo.
Grande Silvano!
L’azienda è specializzata da sempre in strumenti di controllo e nella meccanica di precisione. La Paton PG 500, moto che ha partecipato al Motomondiale attinge da sempre a questa antica sapienza.
Undici anni fa ero andato a trovarlo per vedere i mulinelli e i morsetti (con il Regent vinse l’Efttex 2003).
Ecco il link all’articolo di allora: Nascita di un morsetto
Nel 2019 Silvano mi ha chiamato pre-annunciandomi l’uscita di un nuovo mulinello:
-“Un altro prodigio!”- ho pensato immediatamente tra me e me, e infatti le mie aspettative non sono rimaste deluse.
L’azienda nel frattempo si è dotata delle più sofisticate macchine che il mercato può offrire, comandate da programmi informatici sapientemente gestiti da Dario, il figliolo di Silvano, laureato in Informatica e dal suo collega Simone, esperto in programmi di CAD-CAM.
Dario (a sinistra) e Simone
Permettetemi due righe per raccontarvi la storia di questo giovane dottore.
Dopo la laurea Dario si dedica a laboratori di ricerca, creando una start-up insieme a tre colleghi e amici di università dove sviluppa dei prodotti digitali per non vedenti, in pratica degli audio game con una parte di grafica, dedicata agli accompagnatori.
Il video gioco si chiama Echoes from Levia: Soulbound.
La sua passione per l’informatica prosegue all’interno di questa start-up con lo studio di applicazioni per aziende, Edu-Game, acquisiti e apprezzati anche dalla prestigiosa università Sorbona di Parigi.
Contemporaneamente sviluppa un sistema per simulare la propagazione del suono in ambienti fisici (riverbero eco-localizzazione), un progetto purtroppo “caricato” su Google Drive poco tempo dopo la realizzazione.
Non c’è che dire: l’ACM ha sicuramente il suo delfino (d’altronde è pure il marchio dell’azienda), merce rara di questi tempi, soprattutto per aziende padronali e cosi specifiche. Bravo Dario!
Dario e...
...Simone alla loro postazione
Torniamo alla nuova creatura.
Tutto inizia in una linda stanza dove spiccano le stampanti 3D.
La ZORTRAX, una volta impostata, comincia a creare il mulinello.
L’altra macchina proietta i profili ingrandendo il manufatto
...e l’altra ancora effettua la misurazione tridimensionale.
Una volta ottenuto il “modellino”, si passa alla nuovissima HURCO, una macchina da lavoro americana, modernissima, dotata di cinque assi e una testa auto invertente, che scolpisce il pezzo da un cilindro di Ergal.
Il mulinello viene realizzato da due pezzi di Ergal, per ottenere l’effetto bi-color ma soprattutto per ottenere l’incredibile peso di 67,8 grammi ! E pensare che il primo prototipo pesava 95 grammi, per noi pescatori già un peso straordinario, ma che, evidentemente, non soddisfaceva appieno il suo creatore.
-“Ci è voluto qualche mese per ottenere il peso desiderato”- mi spiega Silvano.
E aggiunge: -“Sono lavorazioni molto delicate e millimetriche, perché se si fresa la bobina per ottenere immediatamente lo spessore voluto si rischia, sotto la forza e la spinta del taglio degli utensili, di disintegrarla”-.
Il manettino è in kevlar, i buchi sulla bobina sono fatti per il bilanciamento. I quattro pistoni auto frenanti servono ad evitare il fastidioso fenomeno di “slipping”, cioè il ritorno della coda nella bobina. L’esterno del mulinello viene sottoposto ad un nuovo trattamento (segreto!) e ricoperto da un rivestimento di 40 micron per mantenerlo sempre nuovo, per proteggerlo dall’acqua, dalla corrosione e dal sudore della mano.
Ha due colori: antracite o verde, mentre la cassa è color nichel.
Ogni mulinello è numerato, con la possibilità di recuperare sia a sinistra che a destra e viene consegnato con un’apprezzata lettera di accompagnamento, scritta in due lingue. Il nome e il numero non sono incisi, ma sono in rilievo. Il piedino è brevettato, perché l’asse centro canna e centro mulinello è decisamente più vicino degli altri mulinelli e l’apertura viene fatta per l’estetica e per limitarne il peso. La cassa e la bobina sono tornite in simmetria con il disegno. E, come ultima operazione, prima di essere consegnato al cliente il mulinello viene rettificato due volte e lucidato a mano. -“C’è voluto un anno di lavoro”- mi spiega Silvano, ma io aggiungo: -“Ne è valsa la pena!”-
Insomma, un vero capolavoro! Una raccomandazione Silvano. Ora che hai pure il Delfino, non aspettare troppo tempo a far uscire un’altra meraviglia.
Mi raccomando, ci contiamo!
Intanto, amico mio, il mio Cherie B -“...can accompany my over time and assist me in my best fishing moments” (*) - come mi hai specificato nella lettera al seguito.
(*) possa accompagnarmi nel tempo e assistermi nei miei momenti migliori in pesca.
Valerio "BALBOA" Santagostino
© PIPAM.it